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I RACCONTI DI KOLYMA, di Varlam Salamov

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view post Posted on 1/1/2008, 09:13

papero

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I RACCONTI DI KOLYMA


Vi sono libri che sembrano rifiutare ogni presentazione editoriale: parlano, anzi gridano, da soli. Sono anche libri che sembrano sottrarsi a un giudizio estetico: ci portano all’inferno, come guide impeccabili, e lì ci abbandonano a noi stessi. Ma Šalamov era soprattutto scrittore, e a lui dobbiamo il prodigio di una discesa all’Ade raccontata con voce spassionata e quasi impartecipe, con un candore e una rassegnazione che stridono con l’inimmaginabile brutalità delle cose descritte. E questo incontro diventa, sulla pagina, sconvolgente. Sono racconti spesso molto brevi, dedicati a un qualche «caso» della vita quotidiana nella funesta regione dei lager della Kolyma: un’occasione di abbrutimento, depravazione, assurdità, barbarie, abiezione, pietà, solidarietà, coraggio, lotta per la sopravvivenza, resa, morte; una qualsiasi delle occasioni che hanno segnato il destino di milioni di esseri umani (decine di milioni: non conosceremo mai il loro numero) nella Russia sovietica. Come scrisse Michail Geller, presentando la prima edizione in Occidente di questi Racconti, la Kolyma «non era un inferno. Era un’industria sovietica, una fabbrica che dava al paese oro, carbone, stagno, uranio, nutrendo la terra di cadaveri. Era una gigantesca impresa schiavista che si distingueva da tutte quelle conosciute della storia per il fatto che la forza-lavoro fornita dagli schiavi era assolutamente gratuita. Un cavallo alla Kolyma costava infinitamente di più di uno schiavo-detenuto. Una vanga costava di più». Nulla riscatta l’orrore di questo macabro mondo – neanche la natura, che con la sua asprezza sembra allearsi con gli aguzzini per facilitarne il compito, una natura maligna che ruba le ultime briciole di umanità. Eppure a quella natura Šalamov sa dare anima in subitanei, velocissimi squarci visionari, e la cosa crudele che circonda i prigionieri prende vita e testimonia di una lotta tra forze primordiali in cui l’uomo è soltanto timida comparsa. Ognuno, dopo aver letto questo libro, sperimenterà la morbosa ossessione del pane che ispira le cronache dei campi di concentramento. Ma si chiederà anche perplesso da dove, da chi venga a Šalamov quella tenera ironia che a tratti illumina l’universo torturante che gli diede in sorte la storia.
I racconti della Kolyma apparvero per la prima volta in volume nel 1978 in Occidente e nel 1992 in Russia.
Fonte: www.adelphi.it/libro/9788845911132

Programma: Ad alta voce
Trasmesso: Rai Radio 3
Titolo: I racconti di Kolyma
Autore: Varlam Salamov
Lettura: Piero Baldini
Introduzione: Graziella Pulce
Traduzione: Sergio Rapetti Ed. Einaudi
Regia: Anna Antonelli
Ciclo: 21 puntate
Puntate trasmesse: dal 03 al 31 gennaio 2005


Scarico da MEGA di tutte le puntate e dei libri elettronici:
https://mega.nz/folder/IhVVCRxC#FcxZPapoZcb9kJNWRRItKA

Edited by eos1948 - 11/2/2024, 13:43
 
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Ruitor2
view post Posted on 7/2/2009, 07:03




 

Per apprezzare questa serie di racconti è utile, secondo me, prendere un atlante e cercare Kolyma. Esso è un lungo fiume che attraversa la Siberia nord-orientale e sfocia nel Mar Glaciale Artico. Le terre attraversate sono una delle zone più fredde della terra ma ricche come l'Alaska, resa famosa da Jack London, o la zona limitrofa del Canada il Klondike da Zio Paperone, di oro. Essa è diventata famosa per essere stata, durante il periodo della dittatura comunista, una delle zone dove vi erano i campi di lavoro (gulag) per detenuti politici e criminali. L'autore descrive le terribili condizioni di vita, l’orrore e la follia del sistema di campi di concentramento sovietici. Il racconto è quello di uomini ridotti in estreme condizioni capaci di compiere qualsiasi azione per cercare di sopravvivere. Non c'è rabbia o rivendicazione nella narrazione nelle varie scene descritte che rendono il libro un documento sul gelo totale quasi privo di sentimenti umani come giustamente fa notare nell'introduzione Graziella Pulce. Dal racconto “La resurrezione del larice” mi hanno particolarmente impressionato queste parole dell'autore che qui riporto: “Dopo la retorica del moralista Tolstoj e la frenetica predicazione di Dostoevskij ci sono state guerre e rivoluzioni, Hiroshima e i campi di concentramento, delazioni ed esecuzioni ... per vedere e gridare che in Russia non è cambiato niente né la sorte degli uomini né la loro malvagità ed indifferenza.” Comunque un ascolto ricco di poesia ovvero di quella straordinaria capacità di esprimere idee e sentimenti secondo la propria visione del mondo.



Edited by Ruitor2 - 7/2/2009, 23:14
 
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luca1980
view post Posted on 9/2/2009, 18:40




Concordo con Ruitor2, un audiolibro da non perdere, un viaggio in un ambiente ostile che mostra il dramma dei gulag attraverso le sue freddi stagioni e la perdita dei sentimenti. Citando e accostando liberamente frasi dell'autore "L'ultimo sentimento che si perde e' la rabbia, mentre l'ultimo a tornare in un uomo e' l'amore". Splendido!!! Quando l'uomo viene privato della sua umanita' la prima cosa che perde e' l'amore.....una lezione di vita.
 
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view post Posted on 24/10/2014, 13:37

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agghiacciante. Grazie di averlo condiviso
 
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3 replies since 1/1/2008, 09:13   1442 views
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